MotoGP, Stoner la tocca piano: “La Ducati sta mostrando zero lealtà verso i suoi piloti”


Casey Stoner, ex campione di MotoGP con Ducati e Repsol Honda, non le manda a dire e senza peli sulla lingua è intervenuto in una recente intervista, rilasciata ai microfoni di ‘Road Racing World’, criticando di nuovo il modo errato con cui la Ducati gestisce i suoi piloti.
Secondo Stoner la Ducati sta costantemente peggiorando il modo in cui si rapporta con i suoi piloti. Stanno mostrando zero lealtà verso di loro e sono convinti di avere la moto migliore. La Desmosedici di oggi poi è davvero un pugno nell’occhio. Il due volte campione del mondo iridato di MotoGP ha voluto parlare anche del suo passato da motociclista e dell’istante in cui ha lasciato la moto di Borgo Panigale per passare sulla Honda, con la quale poi ha conquistato il titolo mondiale nel 2011.
Il 35enne australiano era migliore in tutto e per tutto rispetto a quello della Ducati e non si spiega il perché avrebbe dovuto continuare con loro se non lo rispettavano. Nel 2012 poi giunse la decisione di ritirarsi ed appendere il casco al chiodo. Stoner sostiene che forse in quel momento è stato stupido a rifiutare l’offerta della Honda per il rinnovo, ma le cose o si fanno per amore o per i soldi. Ma ha fatto più soldi di quanti avrebbe mai potuto immaginare e quindi è stato contento della scelta presa.
Al termine della sua speciale intervista, Casey Stoner ha voluto parlare anche dell’attuale MotoGP e del fatto che non sia per nulla affine con i suoi gusti. Difatti, spiega di non piacergli la direzione intrapresa. Vorrebbe che tornasse la purezza, invece dell’elettronica che controlla le moto a gas aperto e le alette che controllano l’avantreno. Tutte le moto sono fondamentalmente cloni l’una dell’altra, ed è per questo che si avvicinano così tanto.
Oramai tutte le moto sono praticamente uguali e anche i piloti vogliono che tutto si adatti a loro. Ma dovrebbe essere il contrario. Ogni pilota dovrebbe dimenticare tutto ciò che pensa di sapere. Si deve guidare la moto come vuole lei. Bisogna soccombere alla moto. L’ex numero 27 dice di non aver mai avuto un solo stile. Era più adattabile della maggior parte dei suoi colleghi, quindi le condizioni e i circuiti non avevano importanza. Durante le prove cercava di fare in modo che la moto facesse esattamente quello che voleva, ma alla fine si adattava a quello che aveva e ha fatto la differenza. Crede che molti piloti si adattino solo al loro stile unico e vogliano fare la stessa cosa ogni settimana, ma ogni pista è diversa. Ogni curva è diversa. Quindi si deve reagire diversamente.
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