F1| Ferrari, Binotto e l’obiettivo mondiale
A tre giorni dall’inizio della nuova stagione, il team principal della Ferrari Mattia Binotto si è rivelato ai media facendo il punto dei test e fissando gli obiettivi per questo 2022.
Un 2019 incostante; un 2020 disastroso e un 2021 di risalita. Il 2022 per la Ferrari rappresenta il ritorno ai vertici del circus e lottare per i titoli mondiali. Lo sa bene il team principal Mattia Binotto che, nelle scorse annate, aveva fissato questa annata come quella della consacrazione del suo progetto.
Un ottimismo che ha visto prova nei test di Barcellona e di Sakhir. La nuova SF-75, dal colore rosso quasi amaranto a richiamare il passato, ha ben figurato, con entrambi i piloti molto contenti della vettura.
Inoltre, il team principal, concentra il suo lavoro solo su quello del proprio team, evitando continui reclami alla Christian Horner sulla Mercedes W13. Fa una panoramica dei test, del comportamento della vettura e degli obiettivi stagionali. Mondiale? Si, è possibile.
Mattia, hai giudicato positivi i test:
“L’obiettivo era quello di girare con costanza per correlare i dati tra pista e galleria del vento, specie quest’anno con un nuovo progetto, con conetti aereodinamici diversi e in cui non ci sono riferimenti. Da qui, poi, di potrà lavorare sugli sviluppi successivi”.
Avete risolto il problema del porpoising?
“È stata una sorpresa per tutti, visto che si verifica ad alte velocità e non siamo riusciti ad identificarlo con la galleria del vento. C’è da aggiungere che questa è una conseguenza delle vetture ad effetto suolo, tanto che abbiamo preparato delle soluzioni emergenziali che sono state subito installate non appena scoperto il problema. Vedremo se queste soluzioni siano sufficienti per tutto il campionato.”
Uno dei grandi obiettivi è quello di raggiungere o superare gli avversari sul fronte motore. Ritieni di aver raggiunto il loro livello?
“Sapendo che da quest’anno i motori saranno congelati per le prossime quattro stagioni, è fondamentale iniziare con un ottima base. L’obiettivo è quello di neutralizzare la distanza di circa 25 cavalli, ma avremo conferme solo dopo le prime tre gare. Possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto.”
Oltre al problema del porpoising abbiamo visto emergere dai test anche quello dei bloccaggi in frenata:
“Il bloccaggio delle gomme anteriori è inevitabile con questo tipo di macchine, così rigide e basse. Lo sapevamo e ci siamo preparati con soluzioni di setup per cercare almeno di limitarlo”.
I punti di forza e di debolezza di questa nuova F1-75:
“È una macchina che si sta comportando bene in maniera globale: è molto veloce su curve veloci mentre è lenta su quelle più lente. In entrambi casi la vettura ha ben figurato, ma anche i nostri competitors hanno prototipi altrettanto performanti”.
Dall’aspetto tecnico passiamo a quello sportivo: ti aspetti un mondiale aperto, con tanti valori in campo?
“L’obiettivo della competizione è quello di avvicinare i 10 team dal punto di vista della performance. Quest’anno la parola chiave sarà lo sviluppo che sarà influito dal budget cap. Attualmente, però, vedo molto forte Red Bull, specie Max, e Mercedes”.
Chi si è più abituato tra Leclerc e Sainz sulla macchina?
“Charles, avendo una più recente esperienza in F2, penso abbia avuto maggiori facilità di apprendimento. In generale, tutti i piloti di Formula 1 sono così competitivi da adattarsi rapidamente, tanto che nell’ultima giornata non ci sono stati grandi problemi per nessuno”.
Dopo il terzo posto del 2021, saresti contento del secondo?
“No, la nostra ambizione è voler vincere. Quindi, no, non firmo per il secondo posto. Non è una questione di presunzione, ma sono ambizioso”
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