Renault Symbioz, diversissimo e simile a Captur: compatto con spazio da grande
Cos’hanno in comune Captur, Arkana e l’inedito Renault Symbioz? L’essere suv, ovvio. E con la Clio? Sono tutti modelli che nascono sulla piattaforma CMF-B e tutti offrono una motorizzazione full hybrid. Con Symbioz, Renault va a colmare il vuoto presente nella fascia di mercato tra il b-suv Captur e il segmento C coperto dall’Austral, su una differente base tecnica, più raffinata. Tra i 4,23 metri di lunghezza del primo e i 4,51 metri del secondo, c’è spazio di manovra per Renault Symbioz, in quota 4,41 metri.
RENAULT SYMBIOZ
Il passo è uguale al Captur, come anche l’interpretazione di stile del frontale. L’essenza del nuovo suv, che si pone nel cuore del segmento C, è tutta nell’offerta di un ampissimo spazio a bordo (per i bagagli in particolar modo).
Proposto con motorizzazione full hybrid 1.6 litri, Renault prospetta un ruolo importante del Symbioz nel mondo flotte, al quale parla con i termini chiave di un TCO promesso competitivo e l’efficienza dell’ibrido in termini di 4,6 lt/100 km di consumo dichiarato.
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DIMENSIONI E INTERNI
Scendendo nei dettagli dell’ennesimo sport utility del marchio, è intorno alle sedute posteriori, alla modularità del bagagliaio e l’estensione dello sbalzo posteriore che c’è tutta la novità del Symbioz. Sono gli aspetti di cambiamento sostanziale rispetto al Captur, con il quale condivide i 2,64 metri di passo, la larghezza di 1,80 metri e l’altezza di 1,57.
I sedili posteriori possono scorrere longitudinalmente fino a 16 centimetri di escursione. Questo permette di variare lo spazio a disposizione dei passeggeri, all’altezza delle ginocchia, bilanciandolo con il volume di carico nel bagagliaio. In condizioni di panca posteriore arretrata, sono 492 i litri di volume misurati. Per dare un metro di paragone chiaro, Renault Captur ne offre 423. I 18 centimetri di lunghezza in più, tutti ricavati sullo sbalzo posteriore, ripagano in modo evidente.
Se, invece, le sedute posteriori si portano in posizione la più avanzata possibile, il bagagliaio arriva a ben 624 litri. Un dato da suv di segmento D, per intenderci. È tutta qui la centralità del progetto, che fa della versatilità dello spazio il fiore all’occhiello per confrontarsi con altri modelli del segmento C.
Stilisticamente ha una coda ben disegnata, che rimanda all’elettrica Scenic per i tagli netti dei fari e dei lamierati, oltre all’andamento del montante C. Davanti ritroviamo il linguaggio di design del Captur.
INFOTAINMENT E ADAS
Tra i contenuti “pregiati” del Renault Symbioz, a bordo è possibile optare per il tetto Solarbay, a oscuramento variabile. La componente infotainment, invece, conferma il sistema operativo Android Automotive e i servizi connessi Google. Il display, al centro e in formato verticale, misura 10,4 pollici, abbinato alla strumentazione da 10,3 pollici. L’aggiornamento over-the-air, la possibilità di controllo di alcune funzioni via app, sono tutti contenuti consolidati.
In materia di Adas ritroviamo tutti i supporti già noti in casa Renault, con un Livello 2 completo. Il dettaglio interessante è nel My Safety Switch. Un tasto al volante dal quale è possibile attivare/disattivare contemporaneamente fino 6 Adas singolarmente personalizzati.
Renault sottolinea del nuovo suv di segmento C la massa relativamente contenuta, essendo inferiore ai 1.500 kg. Motorizzazione full hybrid 1.6 benzina da 145 cavalli, che sarà abbinabile anche all’allestimento Esprit Alpine, uno dei tre previsti al debutto sul mercato.
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